MANUELA BACHMANN BERNASCONI
Penso che ogni attività – ogni professione – sia, in fondo, un pretesto per intraprendere un cammino personale. Il senso del mio lavoro risiede nella possibilità di mettermi in discussione, di confrontarmi con le mie resistenze e i miei limiti. È nell’impegno con la vita quotidiana, con la sua apparente ripetizione, che scopro il potenziale trasformativo racchiuso in ogni gesto.
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L’arte e la danza sono strumenti che aiutano a esplorare chi sono e a ridefinire la mia relazione con il mondo. Ciò che conta è come faccio le cose: la qualità di presenza che porto in ogni azione.
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Sono nata a Friburgo nel 1982, con radici siciliane, greche, tedesche e del nord Italia. Danzo da quando avevo cinque anni. Ho iniziato a lavorare come danzatrice in Italia e in Francia, tra progetti di danza contemporanea e musical. Nel 2010 ho incontrato il Gaga e il lavoro di Ohad Naharin a Tel Aviv: un’esperienza fondante. Lo stesso anno, in Ticino, ho incontrato Felix – mio compagno di vita e di creazione – e quell’incontro ha trasformato tutto ancora più a fondo.
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Negli ultimi dodici anni abbiamo dato vita a oltre 20 creazioni e numerosi processi. Il nostro lavoro attraversa molteplici ambiti: arti performative, cinema, creazioni site-specific, pratiche documentarie, progetti di archiviazione, organizzazione di festival e incontri di riflessione socio-culturale, gestione di spazi per la ricerca artistica, strumenti per lo sviluppo della scena indipendente.
Cresciamo insieme quattro figli, che ci invitano a comprendere con sempre maggiore profondità la complessità e l’organicità del reale.
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Nel 2016 ci siamo trasferiti nella bassa città di Friburgo e, insieme ad alcuni amici, abbiamo fondato Xocolat, un’associazione per la mobilità della creatività. Oggi viviamo tra Friburgo e il piccolo villaggio di Bedigliora, in Ticino.
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Dal 2012 trasmetto e sviluppo il FLOWA training, una pratica di movimento che prende radici nel Gaga, esplora la gravità, il movimento funzionale e la percezione corporea. Il FLOWA allena la vitalità, la creatività e la capacità di adattamento, lavorando con la presenza, l’incertezza e l’intelligenza del corpo.
Negli anni ho sviluppato anche un vocabolario chiamato FLOWA Paroliere: un lessico organico in continua evoluzione che permette di accedere a qualità sottili del movimento attraverso parole evocative e sonore, capsule di intuizione e sensazione.
Il FLOWA alimenta anche il mio lavoro attuale legato alla drammaturgia del corpo, che pratico accompagnando progetti di creazione personali e di altri artisti. Mi aiuta a percepire e articolare l’architettura interna di un gesto o di un movimento, sostenendo processi di composizione e narrazione incarnata.
Conduco regolarmente FLOWA training, cicli di trasmissione e laboratori. La mia ricerca si concentra oggi sulla pedagogia incarnata, sulla percezione sensoriale e sui confini porosi tra discipline, ruoli e vite.